Il fiume Ticino, il grande azzurro che unisce Svizzera e Italia

La statua della Lavandaia sul Ticino a Pavia
La statua della Lavandaia sul Ticino a Pavia Foto Walter Ferrari

Dalle sorgenti alpine alla confluenza nel Po, un viaggio lungo 248 chilometri tra natura, storia, parchi e vita: il Ticino è un corridoio ecologico unico, ricco d’acqua, biodiversità e testimonianze del passato, cuore pulsante della pianura padana.

La scheda

  • Nome: Fiume Ticino

  • Lunghezza: 248 km (91 km in Svizzera, 47 km nel Lago Maggiore, 110 km in Italia)

  • Origine: Svizzera meridionale

  • Sbocco: Fiume Po, presso Pavia (Ponte della Becca)

  • Caratteristiche: Secondo fiume italiano per portata d’acqua, principale affluente del Po

  • Soprannome: “Fiume azzurro” per la trasparenza delle acque

  • Utilizzo: Irrigazione, energia idroelettrica, navigazione locale

  • Canali collegati: Naviglio Grande, Canale Villoresi, Canale Cavour, Canale Regina Elena

  • Parchi naturali: Parco Lombardo della Valle del Ticino e Parco Naturale piemontese del Ticino (più grande parco fluviale d’Europa)

  • Fauna e flora: Habitat di cicogne bianche, caprioli, volpi, tassi, pesci e piante autoctone

  • Luoghi simbolo: Ponte Coperto di Pavia, Statua della Lavandaia, Riserva Naturale della Fagiana

  • Curiosità: Nel letto del fiume si trova oro alluvionale; nel 1997 ospitò il Campionato mondiale di ricerca dell’oro


  • Il fiume Ticino a Vigevano
    Il fiume Ticino a Vigevano Foto Walter Ferrari

    Dalle sorgenti alpine al Po: il viaggio del fiume Ticino

    Il Ticino è un importante fiume della Svizzera meridionale e dell’Italia settentrionale, il principale affluente del Po per volume d’acqua e in assoluto il secondo fiume italiano per portata d’acqua. Il suo corso è convenzionalmente diviso in tre parti: la parte montana (Ticino superiore), che scorre in territorio svizzero; la parte lacuale, che interessa il Lago Maggiore (diviso tra Svizzera e Italia); e la parte pianeggiante (Ticino inferiore), che attraversa l’Italia a sud del Lago Maggiore, dal territorio compreso tra i comuni di Castelletto sopra Ticino in Piemonte e Sesto Calende in Lombardia, fino alla confluenza nel Po, nelle vicinanze di Pavia, in corrispondenza con il Ponte della Becca.


    Parco del Ticino
    Parco del Ticino Foto Walter Ferrari

    Un fiume lungo 248 chilometri: i numeri e la forza del Ticino

    La lunghezza complessiva del fiume è di 248 chilometri, di cui 91 percorsi a monte del Lago Maggiore, 47 nel Verbano e 110 dal lago fino al Po. Il Ticino, detto anche “fiume azzurro” per la trasparenza delle sue acque, è una risorsa idrica preziosa sia per l’irrigazione sia per la produzione di energia elettrica.

    Il “fiume azzurro”: energia, irrigazione e ricchezza idrica

    Tra gli affluenti del Po, il Ticino occupa il quarto posto per lunghezza dopo Adda, Oglio e Tanaro, ma è di gran lunga il più ricco d’acqua in ogni stagione. Il suo contributo idrico è determinante per il Po, rappresentandone dal 20% al 50% della portata complessiva.


    Il fiume Ticino a Pavia
    Il fiume Ticino a Pavia Foto Walter Ferrari

    I canali derivati dal Ticino e la loro importanza storica

    In territorio italiano, il Ticino alimenta diversi canali artificiali: tra questi il Naviglio Grande e il Canale Villoresi in Lombardia, il Canale Regina Elena e il Canale Cavour in Piemonte. Queste opere idrauliche hanno avuto un ruolo decisivo nello sviluppo agricolo e industriale del Nord Italia, garantendo acqua e collegamenti tra le aree produttive.

    I parchi naturali del Ticino: il più grande parco fluviale d’Europa

    Il percorso italiano del fiume è interamente protetto da due parchi regionali, che insieme formano il più grande parco fluviale d’Europa: il Parco Lombardo della Valle del Ticino, creato nel 1974 e con un’estensione di circa 90.000 ettari, e il Parco Naturale della Valle del Ticino in Piemonte, istituito nel 1978, che copre circa 7.000 ettari.

    Fauna e flora nella Valle del Ticino

    La Valle del Ticino rappresenta un corridoio ecologico naturale tra Alpi e Appennini. La grande presenza di acque favorisce ecosistemi sani e rigogliosi, dove trovano spazio numerose specie di piante e animali: mammiferi, pesci, rettili e uccelli come la cicogna bianca, di cui si possono osservare diversi nidi, spesso costruiti su alti pioppi neri nelle campagne del Pavese.


    Centro La Fagiana
    Centro La Fagiana Foto Walter Ferrari

    La Riserva Naturale della Fagiana: un’oasi tra Magenta e Robecco

    Tra Magenta, Boffalora Ticino e Robecco sul Naviglio si trova la Riserva Naturale della Fagiana, nata dove un tempo sorgeva una riserva di caccia. Oggi è un importante centro di tutela della fauna locale – tra cui caprioli, volpi, tassi e lepri – e ospita il Centro per il recupero della fauna selvatica, che accoglie esemplari in difficoltà per restituirli al loro habitat. L’autore racconta di averla visitata in occasione di un corso organizzato da Legambiente sui fontanili e sull’educazione ambientale.

    Il Ponte Coperto di Pavia, simbolo del Ticino e della città

    Numerosi sono i ponti che attraversano il Ticino, ma il più celebre è il Ponte Coperto, detto anche Ponte Vecchio, di Pavia. Lungo 182 metri, è composto da cinque arcate quasi uguali, con due imponenti porte alle estremità e una piccola cappella al centro. È uno dei simboli più noti della città e rappresenta un legame tra storia, architettura e vita quotidiana.

    La Statua della Lavandaia: memoria del lavoro lungo il fiume

    Accanto al ponte, la Statua della Lavandaia ricorda il faticoso lavoro delle donne che un tempo lavavano i panni nel fiume. È un omaggio alla memoria collettiva e alla dignità del lavoro popolare, che il Ticino continua a evocare nelle sue acque e nelle sue sponde.


    Walter Ferrai
    Walter Ferrai

    Alla ricerca dell’oro nel fiume Ticino: una tradizione che continua

    Come molti fiumi alpini, anche il Ticino è ricco di sabbie aurifere. Le minuscole pagliuzze d’oro, lunghe pochi millimetri, attirano ancora oggi appassionati e associazioni locali, soprattutto nel Pavese. La ricerca dell’oro è oggi un’attività amatoriale e naturalistica, non remunerativa ma ricca di fascino. Nel 1997 il fiume ospitò addirittura un’edizione del Campionato mondiale di ricerca dell’oro.

    Testi e foto
    Walter Ferrari