Raid nei cimiteri del Sud-Est Milano: una coppia sospettata di una scia di furti
Indagini della polizia locale tra Triginto e Tribiano: stessa auto ripresa dalle telecamere. Presi di mira manufatti in metallo da rivendere a peso
Una serie di colpi ravvicinati, un’unica vettura immortalata dalle telecamere e due persone sempre a bordo: è questo il filo conduttore che emerge dalle indagini sui furti nei cimiteri del Sud-Est milanese. La polizia locale, analizzando i sistemi di videosorveglianza, ha individuato lo stesso veicolo coinvolto in almeno tre episodi, facendo ipotizzare l’azione di una sola coppia responsabile dei raid. L’ultimo tentativo risale a sabato 13 dicembre al cimitero di Triginto. Qui i due, secondo il racconto di un testimone, hanno strappato da alcune tombe cinque vasi in rame e ottone per poi darsi alla fuga, verosimilmente perché accortisi di essere stati notati. Il bottino, però, è stato abbandonato sul posto e successivamente recuperato dagli agenti, che hanno avviato le procedure per la restituzione ai legittimi proprietari e per la quantificazione dei danni. Già a fine settembre si erano registrati altri due episodi simili: uno nel camposanto di Tribiano, dove sono spariti numerosi vasi e persino una statua, e un altro ancora a Triginto, con la sottrazione di crocifissi e manufatti in bronzo. Non si tratterebbe di casi isolati: nello stesso periodo furti analoghi erano stati segnalati anche a San Zenone e in diversi comuni del Lodigiano. Dalle prime informazioni, l’auto utilizzata per i colpi risulterebbe intestata a una persona residente in provincia di Como. Un dettaglio ora al vaglio degli inquirenti, che proseguono gli accertamenti in collaborazione con le polizie locali dei territori coinvolti e con i carabinieri. Il fenomeno sembra seguire sempre lo stesso schema: prendere di mira oggetti in bronzo, ottone o rame, materiali facilmente rivendibili a peso, senza alcun rispetto per luoghi dedicati al ricordo e al raccoglimento. Le indagini sono tuttora in corso, con l’obiettivo di risalire all’identità dei responsabili e fermare una catena di furti che ha profondamente colpito le comunità locali.
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Redazione