Casa in affitto o in proprietà? Come cambia la gestione delle utenze luce e gas
Quando finalmente si trova la casa giusta, sia nel caso della firma di un rogito che in presenza di un contratto di affitto, l'emozione è sempre tanta. Tra i tanti nuovi progetti che riguardano il cambio di abitazione, c'è però un aspetto pratico da affrontare subito, uno di quelli che spesso si tende a rimandare: le bollette di luce e gas.
Può sembrare una questione burocratica, ma capire come muoversi fin dall’inizio è determinante per vivere tranquilli. La gestione delle forniture energetiche, infatti, cambia a seconda che si sia proprietari di casa o inquilini. Come bisogna procedere, quindi, in entrambe le situazioni?
Chi deve intestarsi il contratto?
Questa è la prima, grande domanda che chiunque si ponga. La risposta, nella maggior parte dei casi, è molto semplice: il contratto di luce e gas deve essere intestato alla persona che effettivamente consuma l’energia. Nel caso di chi vive in affitto, toccherà all'inquilino contattare un fornitore e aprire una posizione a proprio nome. Il proprietario di casa, da questo punto di vista, non ha un ruolo specifico.
Avere il contratto intestato a sé, inoltre, dà il pieno controllo e, soprattutto, la totale libertà di scelta. Si può decidere in autonomia quale operatore energetico fa al caso proprio. È il momento giusto per guardarsi intorno e valutare le varie possibilità, come le Offerte Dual Luce e Gas di Accendi luce & gas. Questo fornitore italiano lavora su un principio interessante: non esiste un prezzo “migliore” in assoluto, ma esiste il giusto rapporto tra la qualità che si riceve e quello che si paga.
In pratica, l'obiettivo è dare un servizio affidabile, con persone competenti sempre pronte ad aiutare e a spiegare le cose come stanno. Perché nel mondo dell'energia c'è bisogno proprio di questo, di semplicità, con bollette che si capiscono subito, offerte senza note nascoste e risposte chiare quando si ha un dubbio.
Voltura, subentro, allaccio: cosa significa
Quando si contatta un fornitore, è facile avere a che fare con termini come voltura, subentro o allaccio. Queste parole descrivono tre situazioni diverse. Comprenderle aiuta a sapere cosa chiedere nello specifico.
La voltura è la strada più comoda: si fa quando si entra in una casa nella quale le utenze sono ancora attive, intestate al precedente inquilino. In pratica, si chiede semplicemente di cambiare il nome sul contratto, da quello vecchio a quello nuovo. Luce e gas, quindi, non smettono mai di funzionare.
Il subentro, invece, è necessario quando il contatore c’è, ma è stato chiuso. Vuol dire che l’inquilino precedente ha chiuso il suo contratto e bisognerà quindi chiedere di riattivare la fornitura. L’operazione richiede qualche giorno, perciò conviene muoversi per tempo se non si vuole rischiare di restare senza energia dopo il trasloco.
Infine, l’allaccio è una procedura che riguarda quasi sempre solo il proprietario di una casa nuova, appena costruita. Si tratta di collegare per la prima volta l’abitazione alla rete nazionale della luce e del gas. È un'operazione più lunga, che viene prima ancora di poter attivare un qualsiasi contratto.
Chi paga e per cosa
La regola è semplice: chi ha sottoscritto il contratto paga le bollette. Per un inquilino, i consumi sono a suo carico. Se una bolletta non viene saldata, il fornitore richiederà il pagamento all’intestatario, non al proprietario di casa, perché il debito è sempre personale. Allo stesso modo, tocca all’inquilino occuparsi dell’autolettura (cioè comunicare i numeri che legge sul contatore) per avere bollette in linea con i consumi reali.
Cosa spetta al proprietario, invece? Il suo compito è garantire che l’impianto di casa sia sicuro. Se c’è un tubo del gas che perde o un filo elettrico vecchio da sostituire dentro al muro, la spesa e la responsabilità sono sue. Lui si occupa, in pratica, della struttura, mentre l’inquilino si occupa di come e quanto usa le utenze energetiche. Questa divisione netta dei compiti serve a proteggere entrambe le parti.
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Redazione